A seguito delle
segnalazioni di quattro eventi avversi gravi o fatali, verificatisi
in concomitanza temporale con la somministrazione di dosi provenienti
dai due lotti 142701 e 143301 del vaccino antinfluenzale FLUAD della
Novartis Vaccines and Diagnostics s.r.l., in attesa di disporre degli
elementi necessari, tra i quali l’esito degli accertamenti sui
campioni già prelevati, per valutare un eventuale nesso di causalità
con la somministrazione delle dosi dei due lotti del vaccino,
l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha disposto, a titolo
esclusivamente cautelativo, il divieto di utilizzo di tali lotti.
L'AIFA invita i pazienti
che abbiano in casa confezioni del vaccino FLUAD a verificare sulla
confezione il numero di lotto e, se corrispondente a uno di quelli
per i quali è stato disposto il divieto di utilizzo, a contattare il
proprio medico per la valutazione di un'alternativa vaccinale.L’AIFA specifica inoltre che i tre eventi ad esito fatale hanno avuto esordio entro le 48 ore dalla somministrazione delle dosi dei due lotti del vaccino.
Questo asciutto e stringato
comunicato, comparso il 27-11 sul sito dell'
Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), dà il via ad una vicenda dai
contorni surreali destinata ad andare molto al di là della
situazione contingente da cui ha preso origine. Un annuncio in sé
banale e vorrei dire di routine, come ne compaiono molti sul portale
quando si tratta di lanciare un allerta per possibili reazioni
avverse a cui segue il sequestro cautelativo di un prodotto
medicinale, ma che in genere rimane circoscritto agli ambienti
strettamente coinvolti, ditte interessate, punti di vendita e
medici prescrittori, in questo caso ha sollevato un polverone di cui
ancora oggi si vedono qua e là nuvole sparse che indugiano sospese
nell' aria. Il fatto è che il prodotto indiziato non era un
ipoglicemizzante o un antiipertensivo, ma un vaccino. Sui vaccini
esiste una criticità ed una suscettibilità spinti agli estremi,
per cui ogni semplice cenno di qualche novità in questa materia scalda gli
animi come nessun altro argomento in campo medico e scatena battaglie veementi. Figurarsi quello che poteva accadere se di mezzo ci
sono dei morti, non importa se si trattava di persone
ultraottuagenarie con già più di un piede nella fossa: la nota
compassata del funzionario dell' AIFA, ripresa dalle agenzie di
stampa, ha finito per diventare un caso su cui si sono accesi tutti i
riflettori e che ha avuto una risonanza enorme. Tanto più acuti gli
allarmi tanto più accese le polemiche che hanno agitato le acque di
quei giorni di autunno inoltrato in cui la campagna di vaccinazione stava
volgendo stancamente al termine, in un rito che si ripete ogni anno e
che trova sempre meno devoti.
L' influenza non suscita quasi mai di per sé grandi emozioni: gli slogan di inizio stagione sono sempre gli stessi, le raccomandazioni si ripetono immutate nei toni e sono riprese con sempre meno convinzione da parte degli addetti ai lavori e la malattia spesso spaventa meno del vaccino che dovrebbe prevenirla. Del resto anche vaccini con un glorioso passato stanno subendo i contraccolpi di attacchi provenienti da più parti e di una disaffezione crescente. Sui vaccini influenzali basta poco per incrinare un' immagine già fortemente compromessa fin dai tempi della pandemia, quando si è risolta in una burla una minaccia che doveva travolgere tutto e tutti. La notizia dei lotti incriminati è sembrata il colpo di grazia che poteva affossare ogni residua credibilità del prodotto per tutti gli anni in là da venire ma, inaspettatamente, succede qualcosa che fa riacquistare prestigio al vaccino.
L' influenza non suscita quasi mai di per sé grandi emozioni: gli slogan di inizio stagione sono sempre gli stessi, le raccomandazioni si ripetono immutate nei toni e sono riprese con sempre meno convinzione da parte degli addetti ai lavori e la malattia spesso spaventa meno del vaccino che dovrebbe prevenirla. Del resto anche vaccini con un glorioso passato stanno subendo i contraccolpi di attacchi provenienti da più parti e di una disaffezione crescente. Sui vaccini influenzali basta poco per incrinare un' immagine già fortemente compromessa fin dai tempi della pandemia, quando si è risolta in una burla una minaccia che doveva travolgere tutto e tutti. La notizia dei lotti incriminati è sembrata il colpo di grazia che poteva affossare ogni residua credibilità del prodotto per tutti gli anni in là da venire ma, inaspettatamente, succede qualcosa che fa riacquistare prestigio al vaccino.
Arriva infatti una
stagione che si dimostra una delle più severe degli ultimi anni,
caratterizzata da un numero elevato di ammalati, di ricoverati e di deceduti a causa di una nuova ondata del virus H1N1 e di una variante modificata del
virus H3N2. A fine stagione il numero assoluto dei casi sarà tra i
più alti degli ultimi anni ( più di 6 milioni) con servizi
territoriali messi alle strette e con difficoltà a reperire posti
letto negli ospedali. Ma quello che crea maggiore sensazione e
apprensione tra l' opinione pubblica sono le notizie che riferiscono
di casi gravi e di decessi che fanno rivivere il clima della
prima stagione pandemica. All' epoca, casi di questo tipo si verificavano con una certa frequenza, ma risultavano sminuiti nella loro portata per voce di solerti portavoci pubblici e annacquati sotto il peso delle polemiche sugli allarmi gonfiati. Il virus H1N1 tornò a manifestarsi in maniera
sostenuta anche nella stagione successiva con diversi ricoveri in terapia intensiva e diverse giovani vittime, ma la parola d' ordine era di far dimenticare gli eccessi
della stagione precedente, per cui tali notizie hanno avuto poco risalto nella stampa e nella televisione. Nelle successive due stagioni, caratterizzate dal ritorno dei classici virus stagionali, c' è stata una tregua ma il virus ha causato epidemie importanti in altre aree del pianeta, fino alla stagione 2013-14 che è stata testimone di un andamento severo prima nell' America del Sud e poi anche in quella del Nord e, in Europa, nella penisola iberica.
Questi segnali di un virus ancora rampante avrebbero dovuto invitare a mantenere ancora alta l' attenzione, ma non sono stati considerati.
Questi segnali di un virus ancora rampante avrebbero dovuto invitare a mantenere ancora alta l' attenzione, ma non sono stati considerati.
Alle prime notizie dei casi gravi che interessavano persone di età non avanzata, alcuni trasferiti d' urgenza presso i centri di cura specializzati nell'ECMO, l' opinione
pubblica ha dato segnali di inquietudine e ha cominciato ad interrogarsi sulle ragioni
per cui un virus, che era stato declassato dopo gli eventi della pandemia,
tornasse a colpire in maniera così severa persone che normalmente
non subiscono gravi conseguenze per una malattia considerata “banale”. I
nostri vertici sanitari e i nostri esperti si sono trovati a corto di
argomenti per giustificare un andamento che ha sorpreso loro per
primi ( anche se le premesse in realtà c' erano …) e che
sconfessava le tesi, reiterate in più occasioni, del virus come
variante innocua dei cugini stagionali.
A questo punto si verifica il miracolo, grazie al caso Fluad:
come Gesù aveva prodotto la moltiplicazione dei pani e dei pesci,
così si verifica una lievitazione soprannaturale dei soggetti non vaccinati
che fornirà la ciambella di salvataggio a cui si
aggrappano in tanti per evitare di dover rispondere e di assumersi in
qualche modo delle responsabilità. Ed ecco che la stagione difficile non era dovuta al ritorno tambureggiante del virus
H1N1 in sinergia con il ceppo H3N2 presentatosi in veste mutata, in un' azione a tenaglia che non poteva non avere delle
conseguenze drammatiche, specie in una popolazione storicamente
restia alla vaccinazione quale quella italiana. Nossignori, la
stagione sarebbe stata affatto normale, se non fosse stato per tanti
ingenui che hanno abboccato alle dicerie fasulle ( che ricordo
avevano il marchio AIFA) amplificate dalla stampa.
Il
clamore suscitato dallo scandalo Fluad è stato certamente grande e i
suoi effetti avrebbero potuto essere devastanti se si fosse
verificato all' inizio della campagna, ma a fine novembre gran parte
dei giochi sono già fatti e non sembra logico aspettarsi conseguenze
significative. Tanto più che con il trend negativo degli ultimi
anni, le percentuali di coperture sono molto basse, con poco più del
50% degli anziani che si sono vaccinati l' anno precedente ( rispetto
ad un target del 75%) e livelli sempre più appiattiti verso un
misero 10% nei soggetti a rischio al di sotto dei 65 anni, lasciando un barile con scaso materiale da raschiare sul fondo. Ma la realtà
viene ribaltata, vediamo in che modo.
La riscossa del vaccino influenzale
L' evento cardine è la pubblicazione, ai primi
di dicembre, di articoli che danno grande risalto a dei sondaggi tra
medici aderenti ad alcune sigle sindacali come SMI e FIMMG,
che parlano di fughe di massa delle persone ancora in lista e di un
crollo complessivo del 30%, corrispondente a ca 2 milioni di
vaccinati in meno. Sono semplici stime basate su un campione ridotto
di medici, non basate quindi su dati oggettivi, smentite tra l' altro
da valutazioni fatte in seguito sulla base di numeri reali, che
riportano cali dell' 8-10%.
Ma quelle stime sono destinate a diventare verità incrollabili come
neppure i sacri vangeli.
L' argomento passa poi in secondo piano fino agli inizi di
gennaio, quando comincia a manifestarsi in maniera sostenuta l' epidemia di
influenza, che presto dilaga facendo registrare i primi casi gravi e
fatali. A quel punto il crollo delle vaccinazioni diventa il leitmotiv della
campagna (dis)informativa delle nostre autorità e dei vari esperti
di volta in volta interpellati.
Di fronte alle prime situazioni di
affollamento degli ospedali ecco che i manager di turno tirano fuori
dal cappello il calo del 30%.
Numeri importanti ( 4 volte superiori a quelli di precedenti
stagioni) e primi decessi in Veneto si giustificano, secondo l'
assessore alla salute, con la vicenda Fluad, anche se ha il buon
senso di citare la presenza di virus più severi.
Nelle Marche invece unico responsabile è il caso Fluad, così pure in Puglia a Brindisi
e in molte altre località.
Tanti anziani ricoverati ed ecco saltare
fuori magicamente il calo del 30%, per bocca del responsabile del dipartimento
di geriatria a Roma, anche se dovrebbe sapere che gli anziani vengono
colpiti di più dal virus H3N2, che quest' anno è coperto in misura
molto ridotta dal vaccino.
In
Friuli, dove si sono verificati dei ricoveri in terapia intensiva, un infettivologo ci spiega che la maggiore
aggressività del virus è dovuta al clima e al calo della vaccinazioni.
Curiosamente a Varese hanno in mano le cifre reali che parlano di
un calo di appena il 4%, ma ciò nonostante si parla di drastica
battuta di arresto della campagna vaccinale.
Anche l' aumento di casi gravi nei bambini è da imputare al calo
delle vaccinazioni, che sarebbe addirittura del 25% in questa fascia di età,
secondo il responsabile di pediatria del Bambin Gesù di Roma. Qualcuno dovrebbe informarlo che in Italia i bambini hanno storicamente
percentuali di copertura infinitesimali.
Muore
una bambina a Padova e la responsabilità è sempre del caso Fluad.
Più
donne incinta a rischio a causa del Fluad secondo il segretario
generale del Collegio italiano di medicina materno-fetale
ma, viene da chiedersi, quanti aderenti alla sua associazione hanno
consigliato la vaccinazione a questa categoria particolarmente esposta?
Non
2 ma 3 milioni di italiani vaccinati in meno è il terrificante
annuncio fatto da un cattedratico in occasione di un convegno della SITI, pari a più del 40% di persone che avrebbero rinunciato a proteggersi rispetto all' anno precedente.
Chi sono i veri responsabili della situazione, le autorità che non
hanno messo sull' avviso, i medici che sono stati tiepidi
sostenitori? Macchè, responsabili sono le vittime dell' influenza che hanno rinunciato a vaccinarsi a causa dei presunti morti per il caso Fluad,
secondo l' illuminato parere di un esperto del Mario Negri di Milano.
Ma
se la gente non si vaccina non sarà anche a causa dei messaggi che vengono lanciati dai vertici delle nostre istituzioni sanitarie che, come in precedenti occasioni, anche in quest' ultima fanno dichiarazioni rassicuranti in cui viene ridimensionato il
numero di casi gravi, sostenendo che sono in linea con gli anni
precedenti ( leggi al proposito questo mio articolo) e che dobbiamo
ritenerci “fortunati” perché il virus H1N1 non è mutato
,
mentre deve preoccupare di più la variante americana del virus H3N2
e si associano al coro generale deplorando il calo del 20-30% delle vaccinazioni ?
Siamo
a stagione conclusa e un minimo di buon senso dovrebbe invitare ad
essere prudenti nelle dichiarazioni e ad aspettare l' uscita
imminente dei dati veri sull' entità del calo, ma il Commissario Straordinario dell' ISS a metà di aprile se ne esce con affermazioni shock su centinaia di decessi in più rispetto allo
scorso anno da attribuire al caso Fluad.
Alla
fine escono i dati reali, che dimostrano come ci sia stata si una
riduzione, ma molto più contenuta rispetto alle cifre sopra
menzionate:
negli anziani si è passati da un 55,4% al 49% ( un calo
del 11,6%) e nella popolazione generale dal 15,6 al 13,6 % (- 13%),
con arretramenti non dissimili rispetto a quelli registrati negli anni
successivi al 2009, a significare una precedente progressiva disaffezione della
popolazione nei confronti del vaccini, questo si un dato veramente
allarmante. Siamo pertanto ben lontani da cifre spropositate che
sono state considerate attendibili dai vari attori della scena
sanitaria italiana solo grazie ad un meccanismo per cui più una voce
viene ripetuta più acquista autenticità, senza che si sia cercato
di riflettere sulla fondatezza della notizia. Ma
tale amplificazione è servita a dare una comoda sponda per evitare
di spiegare le vere ragioni della stagione severa che abbiamo
attraversato. La causa principale è stata la forza dei due virus in
campo, in particolare del virus pandemico, che non è diventato un
virus stagionale solo perché la pandemia è stata dichiarata
conclusa nell' estate del 2010 e che ha continuato in tutti questi
anni e in varie parti del mondo a colpire pesantemente le categorie
più esposte, in particolare i giovani adulti e le donne in stato di
gravidanza. E' mancata in tutti questi anni una seria campagna di
informazione che mettesse in guardia questi soggetti nei confronti
del virus, ma più in generale è mancata una sensibilizzazione
della società nel suo insieme, a partire dai rappresentanti della
classe medica, sulle importanti ricadute della malattia influenzale,
che non possono essere considerate un problema solo per categorie
svantaggiate della popolazione, su cui vanno fatte ricadere le colpe
di stagioni negative come quest' ultima. A loro carico oltre il danno
anche la beffa di essere accusati di sottostare a paure e pregiudizi,
quando da parte di coloro che dovrebbero incoraggiarli viene a
mancare l' esempio ( troppi medici che non si vaccinano), la conoscenza
e la convinzione nelle proposte.
Qualcuno
vorrà vedere anche un lato positivo della vicenda. Grazie al caso
Fluad i vaccini per l' influenza sono stati talmente esaltati nel corso
della stagione che sono risorti come un Lazzaro dei nostri tempi e
hanno conquistato uno splendore che mai avevano avuto in precedenza.
Probabilmente molti saranno spinti a vaccinarsi nel corso della
prossima stagione e le curve potranno segnare un' inversione di
tendenza, ma si tratterà di una festa di breve durata in quanto
basata su postulati non veritieri che non vanno alla radice dei gravi
problemi della nostra sanità pubblica e non colmano i ritardi nella nostra
preparazione a gestire le emergenze presenti e future. Se non cambia
qualcosa nei prossimi anni, il Lazzaro risorto è destinato a tornare
nella tomba.
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