Quest' anno, in
anticipo rispetto a quanto avvenuto nel 2014, si è iniziato a
parlare di influenza e si sono fatte sentire le prime previsioni per
quello che sarà l' andamento dell' inverno 2016. E' quello dei
pronostici uno degli sport più in voga, non ci sono quote da
attribuire o somme da vincere, per fortuna viene da dire, in quanto
molto spesso gli incauti scommettitori sarebbero destinati a
scottarsi le dita, rivelandosi la previsione 9 volte su 10 sbagliata.
Come lo scorso
anno. Il clima che ha preceduto la stagione 2014-15 era assai sereno
e non lasciava intravedere le nubi che si sarebbero poi addensate
all' orizzonte, foriere di una stagione tempestosa non solo sul piano
strettamente epidemiologico ma anche per gli aspetti mediatici.
Questi ultimi sono quelli che hanno caratterizzato l' inizio della
stagione, con al centro le polemiche che hanno accompagnato le morti attribuite al Fluad. Alcuni lotti del vaccino erano indiziati di accelerare
la dipartita di persone già in condizioni precarie di età e di
salute e, apriti cielo, la notizia ha scatenato un acceso dibattito
che ha presto travalicato i limiti della doverosa riflessione
scientifica per diventare un argomento dato in pasto ad un' opinione
pubblica già non poco disorientata in merito alla sicurezza dei vaccini. La
conseguenza è stata un calo vistoso dell' adesione alle
vaccinazioni, anche se non così drammatico come si è voluto far
credere. In effetti le conseguenze potevano essere devastanti se non
fosse stato che a fine novembre, quando lo scandalo è scoppiato, la
campagna volgeva al termine ed il calo è stato contenuto in “appena”
il 10%, tutto sommato in linea con le flessioni registrate negli anni
precedenti, che già ci avevano portato assai distanti dagli
obiettivi minimi di copertura prefissati.
E' dal 2009 che si assiste
ad un progressivo arretramento del livello di copertura della
popolazione, dall' anno in cui ha fatto la sua apparizione il virus
H1N1, protagonista di quella pandemia prima temuta come la peste del
secolo e poi ridicolizzata al punto da incrinare la fiducia nelle
istituzioni e nelle campagne di prevenzione da queste promosse anche
se, va detto, senza troppa convinzione. In realtà il virus H1N1
era un virus che, se da un lato si è dimostrato blando nei confronti
di larga parte della popolazione colpita, è tuttavia in grado di
provocare quadri estremamente gravi e fatali in persone giovani anche
perfettamente sane, come è avvenuto nell' ultima stagione. Ma a
caratterizzare la stagione non è stato solo il virus pandemico, in
quanto ad esso si è associato il virus H3N2 presentatosi in una
nuova variante, non compresa nel vaccino, che si è resa
responsabile di un andamento severo in diverse aree dell' America,
dell' Europa e dell' Asia. Da questo binomio è derivata una stagione
che ha messo a dura prova i nostri servizi territoriali ( non è una
novità) e ha comportato un numero elevato di casi gravi e di
decessi. Ma anziché fare una seria riflessione sulle ragioni vere di
questo andamento e su quanto è mancato sul piano della preparazione,
si è puntato a dare la colpa a quanti hanno abboccato alla leggenda
dei vaccini killer.
Le previsioni di quest' anno volgono al brutto e si mette in guardia la popolazione
su un ritorno del virus H1N1. Finalmente, viene da dire, il virus pandemico viene rappresentato come vera minaccia. Ma un allarme di questo tipo sembra francamente anacronistico: aveva senso lo scorso anno, quando c'
erano i presupposti per una stagione fortemente condizionata da quel virus e molte persone potevano essere messe in guardia e, forse, si sarebbero potute salvare delle vite....
Non credo che quest' anno ci sarà un ritorno importante del virus H1N1. Anzi, voglio sbilanciarmi ( ma sono pronto ad essere smentito) ed affermo che probabilmente la stagione di quest' anno non
ripeterà nei toni e nelle sue manifestazioni quella che l' ha
preceduta, per una serie di ragioni.
Innanzitutto l'
andamento della stagione nell' emisfero sud del mondo, pur non
essendo necessariamente uno specchio di quello che poi si verificherà
anche da noi, alcune indicazioni le fornisce. Dai bollettini di
sorveglianza dell' OMS
non sono emerse situazioni critiche in nessuna
area dell' America, dell' Oceania o dell' Asia. Nelle stagioni
precedenti si erano registrate epidemie importanti legate al virus
H1N1 che avevano interessato alcuni paesi dell' America meridionale e
centrale, come in Brasile, Venezuela, Paraguay, Repubblica
Domenicana, Costarica. Quest' anno il virus H1N1 si è fatto notare
solo in maniera episodica e la stagione si sta concludendo senza
sussulti particolari. Una maggiore presenza del virus H1N1 è stata
segnalata in Sudafrica, ma senza arrivare ai picchi delle prime
stagioni. L' India è stato l' unica regione dell' Asia teatro di una
stagione drammatica per una circolazione importante del virus
pandemico, iniziata quest' inverno e protrattasi fino ad oggi, ma
probabilmente ciò è da imputarsi a fattori locali, di tipo
ambientale e/o genetico. L' Australia ha assistito ad una stagione
piuttosto severa, con un aumento consistente delle infezioni e con
diversi ricoveri, legati in particolare al virus B, con una significativa presenza
della linea Victoria, non presente nel vaccino trivalente, che
potrebbe riservare qualche sorpresa anche da noi.
Potrebbe essere
che il virus H1N1 stia incanalandosi a diventare un “innocuo”
virus stagionale, a più di 6 anni di distanza dalla sua prima
apparizione e nonostante fosse dato per “esaurito” già nel 2010.
Non è che non sarà più temibile, ma probabilmente la sua diventerà
un' azione non più da titoli nelle cronache dei giornali ma da
avvisi nelle locandine funebri relative ad anziani deceduti, man mano
che prenderà il posto di un virus H3N2 destinato a trovare meno
terreno fertile nei nati dal 1968 in poi, che lo hanno incontrato
nella loro prima infanzia e che quindi risulteranno protetti, per effetto del cosiddetto peccato originale antigenico. Intanto
il virus H3N2, per diversi anni ancora, continuerà a rappresentare
un importante problema di salute pubblica ma, per il prossimo anno,
non ci sono elementi che facciano pensare ad una riedizione della
stagione passata. I ceppi attualmente in circolazione sono
antigenicamente simili a quelli dello scorso anno e questo vale anche
per il ceppo A/Hong Hong/4801/2014 che è stato maggiormente isolato
in questi ultimi periodi e che sostituisce il ceppo
A/Switzerland/9715293/2013 nel vaccino raccomandato per l' emisfero
sud nel 2016. Se si confermeranno questi ceppi, c' è da attendersi
una maggiore protezione offerta dal vaccino e ricadute meno severe
sulla popolazione anziana e su quella a rischio. Ovviamente questo
presuppone che non ci siano nuovi crolli nell' adesione alla
vaccinazione, ma anche su questo piano è lecito essere ottimisti e
ritenere che l' andamento severo della scorsa stagione,
impropriamente attribuito al caso Fluad, possa indurre più persone a
rivedere le proprie posizioni e faccia risalire le percentuali di
adesione alla campagna autunnale anche se, in mancanza di serie e
motivate campagne di informazione, non c' è da aspettarsi che questo risultato sia duraturo.
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