A
marzo del 2010, a margine di un convegno che aveva l’ ambizioso programma di
fare un bilancio della prima stagione pandemica in Italia, ho interpellato la
dottoressa Stefania Salmaso, esponente di primo piano del nostro
Istituto Superiore di Sanità, sulla possibilità che si potessero ripetere anche
nelle successive stagioni situazioni critiche legate al virus H1N1, così come
era avvenuto nel 1969-70. La sua risposta è stata che la stagione pandemica era
da considerare conclusa e che non si sarebbero verificati altri momenti
problematici. Ho lasciato la sede di quel convegno con diverse perplessità
nell’ animo.
Il virus H1N1, emerso improvvisamente nel 2009 grazie ad un
incrocio di ceppi suini, eredi diretti
del virus del 1918, con virus aviari e umani, avrebbe dato seri grattacapi
anche negli anni successivi, lo vedremo più avanti.
L’ annuncio della prima pandemia del ventesimo secolo ha
scatenato inizialmente paure e allarmi per gli scenari drammatici legati al ricordo della
pandemie del secolo precedente e per l’
attesa febbrile da parte delle autorità mondiali di un evento di grande portata,
i cui segnali premonitori erano visti nella insidia crescente dei virus
aviari, H5N1 in testa. Quando ci si è resi conto che il bilancio era molto
al di sotto delle aspettative, c’ è stata una reazione dell’ opinione pubblica, condizionata da pensatori illuminati e da politici che si sono rivestiti dei panni
di esperti di sanità pubblica, che ha portato al rigetto delle misure
straordinarie messe in campo per fronteggiare l’ emergenza e alla messa sotto
accusa della massima autorità sanitaria mondiale, rea di aver creato un allarme
ingiustificato. Viene messo in dubbio da più parti che si sia trattata di vera
pandemia e il bilancio di 18000 morti è sembrato la pietra tombale di tutta la
vicenda. Questo clima si riflette nel
comunicato dell’ agosto del 2010 da parte dell’ OMS, in cui traspare evidente
il desiderio di chiudere in fretta un capitolo che ha gettato diverse ombre sull' operato dell' istituzione, alcune delle quali anche giustificate. L’ OMS considera
terminata la pandemia e dichiara che il virus avrebbe continuato a circolare
nella “semi-anonimità degli altri virus circolanti” anche se poteva ancora
determinare “epidemie localizzate di diversa importanza”.
Si volti quindi pagina e si lasci agli storici il compito di dare una
valutazione di quegli avvenimenti.
In
Italia la stagione 2010-11 viene annunciata come quella che avrebbe dovuto
segnare il “ritorno alla normalità”, come a voler farsi perdonare per gli
“eccessi” della stagione precedente, dimenticando che un numero non marginale
di persone aveva sofferto di quadri severissimi e diversi erano morti, ma la propaganda ufficiale era stata
talmente convincente nello sminuire il significato di queste “spiacevoli ma
inevitabili ricadute” da spingere alla fuga di massa dalle sedi vaccinali e
alla rottamazione dei vaccini e della credibilità delle nostre
istituzioni.
Non
si è voluto capire che il virus H1N1 appartiene di diritto al novero dei virus
pandemici, anche se meno pericoloso rispetto ad altri virus della stesso
lignaggio, come i precedenti del 1918 e del 1957. Nella storia si sono
verificati eventi pandemici di portata paragonabile o addirittura inferiore all' ultima pandemia. Ad
esempio la pandemia del 1968 ha avuto un andamento ugualmente “mite”, ma non
per questo viene messa in dubbio la sua natura.
Quello che caratterizza i
virus pandemici sono 3 elementi:
- la novità legata ad una sostanziale
cambiamento delle caratteristiche genetiche
- il fatto di colpire soggetti di
età diversa rispetto ai classici virus stagionali
- il manifestarsi in ondate successive.
Badate bene che non si parla di impatto in termini di vite umane, perchè questo può essere molto variabile. In ogni caso le ultime stime degli
esperti valutano in 200000-400000 il numero di morti nel primo anno, con un contributo importante
(80%) delle classi di età più giovani.
Il virus H1N1 possiede tutti e tre i requisiti. Un aspetto importante dei virus pandemici
è quello di manifestarsi in ondate successive, che possono essere ravvicinate (
3 nel primo anno del virus del 1918), distanziate di un anno, come nel 1889 e
nel 1968, o addirittura distanziate di 5 anni, come è successo negli USA nel
1957. Su quali basi si poteva quindi considerare conclusa la pandemia? Del
resto non era pensabile che il virus cambiasse da un anno all’ altro, gli
stessi virus stagionali mantengono per 2-3 anni le loro caratteristiche prima
di subire cambiamenti significativi, pur dovendo fronteggiare un’ elevata
immunità nei loro confronti. Il virus pandemico è un virus del tutto nuovo per
il sistema immunitario delle persone che non lo hanno mai incontrato, vale a
dire tutti quelli che sono nati in epoche successive ai tempi in cui circolava
un virus simile e per di più, per un fenomeno che è chiamato “peccato originale
antigenico” non evoca risposte sostenute in coloro che nella propria infanzia
hanno incontrato un virus diverso, creando sempre nuove coorti di suscettibili
che possono contagiare soggetti a rischio di infezioni potenzialmente
pericolose.
Ma
vediamo che cosa è successo negli anni successivi ad opera di un virus
“semianonimo” in grado di dare solo sporadiche epidemie “localizzate”. Va
precisato che i bilanci ufficiali rappresentano solo una parte più o meno
consistente del bilancio vero e sottostimano ampiamente quello che è l’ impatto del virus. Ad
esempio negli USA si è stimato un numero di decessi reali almeno 6-7 volte
superiori rispetto ai bilanci ufficiali. Va inoltre tenuto presente che gran parte delle vittime sono persone giovani, in prevalenza affette da precedenti patologie ma spesso anche sane.
Ondate successive del virus H1N1
2010-2011
La
prima nazione a sperimentare una stagione che non possiamo definire normale è stata la NuovaZelanda nell’ estate del 2010, in cui il rientrante H1N1 ha determinato 15
morti e 700 ospedalizzazioni.
Ma arriva l’ inverno anche da noi e l’ Inghilterra, la patria di quel Paul Flynn che era stato, tra i politici del Consiglio d’Europa, uno dei più attivi
nel mettere sotto processo la pandemia ( con quale risultato?), è il primo tra
i paesi europei a sperimentare quanto tenue sia diventato il virus pandemico,
con il suo sistema sanitario messo
duramente alle corde, centinaia di persone ricoverate in terapia intensiva e un
bilancio conclusivo di 607 morti nel Regno Unito.
Altri stati europei duramente colpiti saranno l’ Austria, il Belgio, la
Francia, l’ Irlanda, Portogallo, Romania, Slovacchia e Spagna.
La Grecia, un paese di 10 milioni di abitanti, registrerà a fine stagione 179
vittime e 368 persone ricoverate in terapia intensiva.
In Polonia, patria di Ewa Kopacz, ministro diventato bandiera della resistenza
alla falsa pandemia nel 2009, le vittime saranno 141.
Nella Repubblica Ceca 101
In Ungheria 88
In Georgia 49
Vengono
risparmiati i paesi scandinavi, forse in virtù delle più elevate coperture
vaccinali raggiunte l’ anno precedente.
In
Italia, immemori della lezione della pandemia del 1968, si è deciso di
affrontare la stagione in modo “normale” e non si sono adottate neppure le
limitate misure di sorveglianza impiegate nell’ anno precedente. Nessuna
informazione è stata data agli italiani, attraverso gli organi di stampa, della
pesante situazione epidemica che si stava verificando in altri paesi europei,
in particolare in Inghilterra, dove si era manifestata in anticipo rispetto ad
altri paesi. L’ unica notizia che ha bucato la cortina del silenzio è stata quella
della morte della animal trainer di Harry Potter.
In totale mancanza di bollettini ufficiali, è solo dalle notizie di stampa,
quasi esclusivamente locale, che si poteva apprendere dei numerosi casi fatali,
ne ho contati ca 80, che hanno colpito
il nostro paese e di un numero imprecisato ( risulterà poi essere di 72 rispetto a 65 dell’ anno prima ) di persone sottoposte
ad ECMO. In tutti questi casi la morte
o le complicanze venivano attribuite, da solerti amministratori locali o da responsabili
sanitari, alle gravissime condizioni di salute preesistenti, anche se spesso i
resoconti contraddicevano questo aspetto. Il virus era tornato ma si è fatto di
tutto per renderlo invisibile e per convincere gli italiani che era tutto
“normale”.
Di
là dell’atlantico, mentre negli Usa la stagione fu abbastanza mite con
prevalenza del virus H3N2, il Messico registrò 235 decessi per influenza H1N1.
In Asia si sono contate 112 vittime in Tailandia e diverse centinaia in India a partire da agosto 2010, di cui 474 nel
Maharashtra
94 nel Karnataka
109 nel Rajastan
182 nel Gujarat.
2011-2012
La
stagione 2011 nell’ emisfero sud è stata relativamente tranquilla, anche se
situazioni critiche si sono registrate in Uruguay con 16 morti e 147 casi
severi
e nel Venezuela con 15 morti e 77 casi gravi .
Nel 2011-12 l’ Europa e il nordamerica torneranno alle prese con il virus H3N2 stagionale, che avrà un impatto severo sulla popolazione anziana. In India il virus
pandemico continua a circolare, causando 405 vittime ufficiali.
2012-2013
L’
inverno del 2012, nell’ emisfero sud, sorprende il Brasile ( già pesantemente
colpito nel 2009) con 348 morti e 2600 casi severi con diagnosi accertata di
influenza H1N1 e il Paraguay con 97 decessi.
Arriva
l’ inverno 2012-13 in Europa e il bilancio risulta pesante per la Francia con 67
morti e 506 persone ricoverate in terapia intensiva, in Polonia con 120 morti e 180
ospedalizzazioni gravi, in Svezia con 16 morti e soprattutto nella Repubblica Ceca con
124 decessi e 532 persone ricoverate in rianimazione.
L’
India nel corso di quella stagione arriva a contare 708 decessi.
2013-2014
Siamo
arrivati al 2013. Ci si potrebbe aspettare che il virus si sia finalmente
placato e invece, durante i rispettivi
inverni, molti paesi dell’ america meridionale e settentrionale vengono
attraversati da nuove ondate del virus con bilanci ancora sostenuti.
Sudamerica:
Argentina
bilancio parziale, a stagione non conclusa, di 46 morti
Cile
33 morti
Ecuador
23 morti
Perù 114 morti
Venezuela
88 morti ufficiali, molti di più secondo osservatori indipendenti, con grandi polemiche nel paese
America
centrale
Costarica 28 morti
Repubblica Domenicana 12 morti
Portorico
16 morti
Nordamerica
L' andamento nelle regioni del sud del continente non sembra aver impressionato più di tanto le autorità sanitarie, che non hanno ritenuto di emettere avvisi particolari per la propria popolazione e hanno finito per farsi sorprendere dalla stagione più severa dai tempi della pandemia
L' andamento nelle regioni del sud del continente non sembra aver impressionato più di tanto le autorità sanitarie, che non hanno ritenuto di emettere avvisi particolari per la propria popolazione e hanno finito per farsi sorprendere dalla stagione più severa dai tempi della pandemia
Canada
215 morti
Stati Uniti conto ufficioso parziale di 1347 morti alla 5° settimana
Messico
755 morti
Europa
La Spagna vive una stagione assai movimentata, con ambulanze che corrono da un ospedale all’ altro per trasportare malati gravi, diversi ricoveri in rianimazione e molti decessi. Dai giornali trapelano notizie allarmanti che vengono però subito ridimensionate da zelanti funzionari pubblici che, come avviene da noi, tranquillizzano la popolazione dicendo che tutto è sotto controllo. Alla fine il bilancio ufficiale sarà di 269 morti e 2332 casi severi ospedalizzati, in gran parte per l’ influenza H1N1 .
La Spagna vive una stagione assai movimentata, con ambulanze che corrono da un ospedale all’ altro per trasportare malati gravi, diversi ricoveri in rianimazione e molti decessi. Dai giornali trapelano notizie allarmanti che vengono però subito ridimensionate da zelanti funzionari pubblici che, come avviene da noi, tranquillizzano la popolazione dicendo che tutto è sotto controllo. Alla fine il bilancio ufficiale sarà di 269 morti e 2332 casi severi ospedalizzati, in gran parte per l’ influenza H1N1 .
Ugualmente
grave il bilancio in Portogallo con 111 persone ricoverate in terapia intensiva
e un numero imprecisato di morti e in Grecia con 117 morti e 300 ricoveri in
terapia intensiva.
Lo stesso anno l' Egitto farà registrare 81 morti.
Quest’
anno è toccata a noi e c’è chi giustamente si meraviglia, non essendoci stata
nessuna notizia, non dico nei giornali ma neppure nei siti di divulgazione
scientifica e sanitaria, riguardo le situazioni che vi ho illustrato. C' è motivo di allarme? Certamente no, secondo le dichiarazioni che vengono diffuse ufficialmente: le notizie che arrivano al pubblico sono scarse
e debitamente controllate, i casi gravi riguardano, come è avvenuto in passato, solo
i casi di persone gravemente ammalate e infine si è trovato il modo di addossare la colpa a coloro che
non si sono vaccinati perché spaventati dalle notizie di stampa relative alla vicenda
Fluad. Diciamo che la questione è giunta a proposito, come la classica foglia di
fico che copre le vergogne, cioè le inadempienze dei nostri responsabili della
salute pubblica
Apriamo
un capitoletto apposito
La
vicenda Fluad
Ne
abbiamo parlato qui .
Ricapitolando,
il 27-11 esce l’ incauto comunicato dell’ Aifa che sospende due lotti per
sospetta associazione con casi fatali di persone di età avanzata e affetti da
gravi patologie. Dopo la segnalazione si scatenano gli allarmi e le polemiche, con la
stampa che riporta le notizie di altri casi gravi riconducibili anche ad altri
lotti, poi ad altri vaccini, in un crescendo che finirà per dare una pessima
immagine del nostro paese e arrecherà un indubbio danno alla campagna di
vaccinazione in corso. Diciamo subito che non va attribuita
nessuna colpa alla stampa che, di fronte ad una segnalazione ufficiale di un
organo importante di vigilanza e all’ effetto domino che si è creato, si è
limitata a fare il suo dovere di cronaca. Si sono letti invece diversi giudizi
che tendono ad addossare alla stampa una
responsabilità che onestamente non le spetta.
Della vicenda si sta tornando a parlare in questi giorni in merito alla stagione particolarmente difficile che stiamo attraversando con un carico pesante per i servizi territoriali di emergenza, per gli ospedali e un numero significativo di persone ricoverate in ECMO o già decedute a causa del ritorno dell' influenza H1N1. Nei commenti da parte di vari esponenti delle istituzioni e della classe medica si sta delinenando una tendenza a considerare responsabile della situazione non il ritorno del virus pandemico ma il presunto crollo delle vaccinazioni avvenuto in Italia in seguito alla vicenda Fluad.
Ai primi di gennaio, quando l' allarme influenza non era ancora importante, si parlava di un calo di ca l’ 8-10% delle dosi distribuite, senza però dare una dimostrazione che questo fosse collegabile all’ allarme vaccini. Nel frattempo siamo entrati nel pieno di una delle stagioni peggiori degli ultimi anni, contrassegnata dal ritorno del virus H1N1 che, come è avvenuto in passato, esercita una pressione importante sul sistema sanitario, con numerose persone appartenenti alle fasce più giovani della popolazione affette da forme gravi. Ma anziché parlare dell’ incapacità di prevedere il ritorno del virus ( i presupposti come ho scritto sopra c’ erano) e di predisporre un’ idonea campagna informativa, le colpe della situazione vengono riversate sulla vicenda del Fluad ed ecco che, magicamente, dal 10% si passa ad un 30% di calo delle vaccinazioni a livello nazionale.
Ai primi di gennaio, quando l' allarme influenza non era ancora importante, si parlava di un calo di ca l’ 8-10% delle dosi distribuite, senza però dare una dimostrazione che questo fosse collegabile all’ allarme vaccini. Nel frattempo siamo entrati nel pieno di una delle stagioni peggiori degli ultimi anni, contrassegnata dal ritorno del virus H1N1 che, come è avvenuto in passato, esercita una pressione importante sul sistema sanitario, con numerose persone appartenenti alle fasce più giovani della popolazione affette da forme gravi. Ma anziché parlare dell’ incapacità di prevedere il ritorno del virus ( i presupposti come ho scritto sopra c’ erano) e di predisporre un’ idonea campagna informativa, le colpe della situazione vengono riversate sulla vicenda del Fluad ed ecco che, magicamente, dal 10% si passa ad un 30% di calo delle vaccinazioni a livello nazionale.
Viene
da chiedersi come sia possibile che un calo così consistente si sia verificato in un
momento in cui la campagna di vaccinazione era in una fase avanzata. A fine novembre una parte importante della popolazione doveva essersi già vaccinata. Ma a sollevare forti dubbi ci
sono due documenti che dimostrano come sia in atto da tempo un trend negativo
nelle vaccinazioni, con una perdita di quasi 10 punti nella percentuale degli anziani che si vaccinano dal 2011-12 al 2012-13 (
senza effetto Fluad) e soprattutto una forte riduzione dei vaccinati nelle categorie
più a rischio per il virus H1N1, cioè quelli di età compresa tra 18 e
65 anni con malattie preesistenti. Siamo passati dal 32% di coperture del
2008-09 al 18% dello scorso anno, con un trend in continua discesa. Solo i
diabetici reggono con un 24%, mentre in altre categorie ( malati di tumore, cuore, fegato reni) le
percentuali scendono al 12-16%. In Italia esiste un problema strutturale, con più dell' 80% dei soggetti a rischio elevato per l' influenza H1N1, 4 su 5, che non sono protette nei confronti della malattia. L' episodio Fluad può aver marginalmente influito ad erodere ulteriormente queste percentuali già così basse, ma non può essere attribuita a questa triste vicenda la responsabiltà della situazione. Da tempo si sarebbero dovuto fare campagne informative che sensibilizzassero quella fetta della popolazione sui rischi rappresentati da un virus che non è diventato più mansueto solo perchè qualcuno ha decretato che la pandemia era finita.
Ci potrà essere anche un risvolto positivo delle scorrette informazioni fatte circolare, con più persone che saranno spinte a vaccinarsi nella prossima stagione, ma il
problema vero è che da una parte non si è voluto far capire alla gente il
rischio rappresentato dal ritorno del virus H1N1 sulla base dei precedenti sia locali
sia internazionali e dall’ altra non si fa abbastanza per contrastare una
disaffezione nei confronti dei vaccini che ha origini lontane e sta prendendo larghe aree della
nostra popolazione, per effetto delle campagne denigratorie non efficacemente
contrastate dall’ azione e dall’ esempio dei responsabili della salute.
Ciao Stefano, complimenti per il blog, che leggo con molto interesse !
RispondiEliminaNe approfitto per dirti che, anche secondo me, l'influenza H1N1 è stata pericolosamente sottovalutata...Pensiamo solo al fatto che in India quest'anno ha causato circa 2000 morti in pochi mesi e molti erano giovani, apparentemente sani...
La caratteristica principale di questo ceppo è che prende di mira proprio soggetti giovani o relativamente giovani e senza patologie pregresse...In questo ci vedo una grande analogia con l'omonimo virus del 1918 !
Quest'anno molti casi gravi, a dispetto delle notizie riportate da alcuni media, si sono registrati proprio fra persone d'età compresa fra 30 e 50 anni, alcune delle quali erano perfettamente sane, il che dovrebbe far riflettere !
L'H1N1 si complica molto più facilmente rispetto a quanto avviene con altri virus e più facilmente conduce a quadri di insufficienza respiratoria tali da richiedere la ventilazione assistita o addirittura l'ECMO, macchina di cui molti ospedali non sono neppure dotati ! Forse dirò un'eresia, ma il ceppo H3N2, almeno in Italia mi è sembrato decisamente meno aggressivo e anche meno diffuso, rispetto a quanto paventato invece dai media nei mesi passati, e si tratta comunque di un ceppo che circola da molti anni, sebbene abbia subito dei mutamenti: sui media italiani non ho finora letto di decessi attribuibili all'H3N2, contrariamente a quanto è successo invece con l'H1N1...
Probabilmente sarò impopolare, ma io penso che, per le ragioni di cui sopra, il vaccino dovrebbe essere esteso a tutti, comprese le persone giovani e sane !
Un saluto da Francesco...
Mi ha fatto piacere leggere il tuo commento che dimostra che almeno qualcuno in Italia ha saputo capire e interpretare correttamente i fatti che sono accaduti in questi ultimi anni. Il virus H1N1 ha caratteristiche ben diverse dai virus stagionali, a cui si vorrebbe invece assimilare, proprio per la sua specificità di azione sulla classe di età intermedia e per la sua capacità di provocare gravi quadri respiratori ( cosiddette polmoniti primarie). Assolutamente d' accordo sulla opportunità di allargare la vaccinazione ai sani, ma prima di tutto bisogna informare la gente in maniera corretta e non nascondere la verità. Se sei interessato alla materia ti propongo di aderire ad un gruppo facebook in cui si discute proprio di questi argomenti: https://www.facebook.com/groups/300377326797446/
RispondiEliminaHO cliccato il gruppo con molto piacere Stefano..magari aggiungo anche un bel pò di contatti...è necessario informare la gente !
RispondiEliminaTi ho anche aggiunto su facebook ;)
Un saluto !