sabato 27 dicembre 2025

Influenza vestita di Kappa, quanto dobbiamo essere preoccupati?

Natale in casa con bambini malati idee per festeggiare con amore

 

La scorsa settimana mi sono state portate in visita due gemelline di tre anni, una nata con una malformazione renale congenita, con i classici sintomi dell’influenza. Il loro comportamento non ostentava timore nei miei confronti né segni di particolare malessere e gironzolavano in maniera disinvolta all’interno dello studio. Più preoccupata appariva la madre, sorpresa dal responso del tampone rapido che confermava la diagnosi. Non senza un certo imbarazzo, ho dovuto spiegare che il vaccino somministrato alle bimbe alcune settimane prima, dopo averne sottolineato l’importanza, risultava meno protettivo a causa di una mutazione del virus.

Quest’anno l’epidemia di influenza è arrivata in anticipo, a ridosso delle feste di fine anno, come dimostrano i tanti malati che stanno affollando gli ambulatori dei medici nel territorio e nei presidi ospedalieri. Già in agosto, sui nostri media si leggevano previsioni pessimistiche sulla futura stagione, sulla base di resoconti allarmanti provenienti dall’Australia in cui, si leggeva, era in corso una delle stagioni peggiori degli ultimi decenni. In realtà la stagione non è stata così drammatica, come mostrano i bollettini epidemiologici del CDC australiano, così come non ha fondamento la credenza che l’intensità della stagione in quell’area prefiguri quello che poi accadrà dalle nostre parti. (1) Un evento insolito ha però avuto luogo che ha poi avuto ripercussioni anche in Europa.  L’Australia, alla pari dell’Africa subtropicale e dell’America meridionale, appartiene all’emisfero sud del mondo, in cui le stagioni risultano invertite rispetto alle nostre. Il virus influenzale è un virus “stagionale” che ama il freddo (ma sfrutta anche la nostra tendenza a vivere prevalentemente in ambienti chiusi e sovraffollati durante l’inverno) e nei paesi dell’emisfero sud circola dalla metà di maggio alla metà di agosto.


Nell’ultima stagione si è verificato un prolungamento insolito del periodo epidemico, che si è protratto fino a novembre.  Questo prolungamento ha coinciso con il manifestarsi di una variante del virus H3N2, denominata K, che ha iniziato ad essere isolata nel mese di agosto e in breve tempo ha soppiantato le varianti precedenti, diffondendosi in tutta l’Australia (e in Nuova Zelanda). (2) I virus influenzali hanno la tendenza ad acquisire mutazioni che interessano in particolare la proteina che consente il legame alle cellule dell’ospite, chiamata emoagglutinina (HA). Queste mutazioni determinano una “fuga” immunitaria nei confronti non solo delle nostre difese ma anche dei vaccini che dovrebbero proteggerci. Due volte all’anno l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) si riunisce per deliberare la composizione dei vaccini per la stagione successiva nei due diversi emisferi e lo fa con un largo anticipo, per dare il tempo alle industrie di allestire le linee produttive e permetterci di trovare le confezioni pronte all’inizio della stagione. Ma non è infrequente che nel periodo che intercorre tra la delibera e la distribuzione del vaccino il virus cambi veste e si comporti da vero “guastafeste”. Rispetto ai predecessori, i virus di subclade K presentano 7-10 diverse sostituzioni di amminoacidi nella proteina HA, modificando in maniera sostanziale il sito di aggancio alle cellule umane. Degno di nota, questa variante non è comparsa per la prima volta in Australia, bensì negli USA dove ha fatto la sua comparsa nel corso dell’estate, sia pure a bassi livelli, a dimostrazione della complessità dell’origine e della diffusione dei nuovi virus influenzali e dell’importanza di una costante sorveglianza.

Per il momento quello che stiamo constatando è un inizio accelerato della stagione, si è visto in Giappone e nei paesi europei, tra cui l’Italia, ma non negli USA. Fino ad adesso non ci sono segnali indicativi di una maggiore aggressività, ma per un bilancio più preciso bisogna aspettare di avere almeno superato il picco. Possiamo aspettarci un impatto più severo su bambini e anziani, come è tipico per i virus di sottotipo H3N2, a differenza di quelli di sottotipo H1N1 che invece sono più insidiosi per la fascia di adulti cha va dai 45 ai 65 anni. Altro protagonista delle nostre stagioni è il virus di tipo B, che fa capolino generalmente verso la fine della stagione e colpisce indifferentemente bambini e adulti, talvolta con quadri gravi. Prima della pandemia circolavano due distinti ceppi di virus B, il Victoria e lo Yamagata. Quest’ultimo è scomparso negli ultimi anni e non viene più inserito nei vaccini influenzali, che sono tornati ad essere trivalenti (H1N1, H3N2 e B Victoria).

La maggiore preoccupazione di questo periodo si riferisce alla perdita di efficacia del vaccino nei confronti di una variante che, analogamente a quanto è successo in passato, potrebbe creare parecchi problemi. Storicamente, gli anni contraddistinti dall’emergere di ceppi H3N2 modificati (fenomeno definito in termini inglesi drift) sono caratterizzati da marcati aumenti della mortalità generale, soprattutto a carico della popolazione anziana.  Le analisi dell’OMS di settembre 2025 hanno suggerito una bassa reattività dei virus di subclade K con antisiero di furetto reattivo contro i ceppi vaccinali. I dati preliminari in Inghilterra (3) tuttavia mostrano un calo dell’efficacia negli adulti, ma meno importante rispetto a quello che si temeva rispetto agli accessi in Pronto Soccorso e ai ricoveri (32-39%) e una buona tenuta nei bambini e negli adolescenti (72-75%). Dati preliminari di efficacia sono stati pubblicati di recente anche dall’ECDC e mostrano una confortante percentuale di protezione dalla malattia del 52-57%. (4)

Al momento possiamo quindi restare abbastanza rassicurati e chi non lo ha ancora fatto, soprattutto se appartiene a categorie a rischio, va invitato a vaccinarsi. L’epidemia durerà almeno fino a marzo e c’è sempre tempo per proteggersi.

E le gemelline? Dopo qualche giorno la mamma me le ha riportate per un controllo e, a parte un residuo di tosse, stavano perfettamente bene. La mamma mi ha ringraziato di averle vaccinate perché nel frattempo si era ammalata anche la figlia più grande di 10 anni, non vaccinata, con febbre molto più elevata e un quadro più severo.

 

 

1) F. Branda e al. Beyond alarmism: what Australia’s influenza season really tells us about Italy Pathogens and Global Health https://www.tandfonline.com/doi/ref/10.1080/20477724.2025.2573304?scroll=top

2) C. Dapat e al. Extended influenza seasons in Australia and New Zealand in 2025 due to the emergence of influenza A(H3N2) subclade K viruses Eurosurveillance https://www.eurosurveillance.org/content/10.2807/1560-7917.ES.2025.30.49.2500894#html_fulltext

3) F. Kirsebon e al, Early influenza virus characterisation and vaccine effectiveness in England in autumn 2025, a period dominated by influenza A(H3N2) subclade K  https://www.eurosurveillance.org/content/10.2807/1560-7917.ES.2025.30.46.2500854#html_fulltext

 4) ECDC Early estimates of seasonal influenza vaccine effectiveness against influenza requiring medical attention at primary care level in Europe, week 41 - 49, 2025 https://www.ecdc.europa.eu/en/news-events/early-estimates-seasonal-influenza-vaccine-effectiveness-against-influenza-requiring

 


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